Programma quasi definitivo 2011

Ecco finalmente il programma di DoItYourTrash 3.0 ! Siamo ancora in attesa di qualche conferma e puo’ darsi ci siano piccoli cambiamenti…. tenete sempre d’occhio questo sito.

Corretto con gli ultimi aggiornamenti!


Venerdi’ 13 maggio

19.00 Apericena musicale con Radio Monnezza
21.00 Progetto MadagascarIngegneria Senza Frontiere Fi
22.00 Le energie rinnovabili nella legge italiana – Vinicio Vannucci

 

Sabato 14 maggio

dalle 10.00 colazione e inizio worshop pratici

13.00 pranzo

dalle 14.30

15.00 presentazione progetto Chilopesa – www.chilopesa.it
16.00 presentazione Noexpo Climate Camp
17.00 presentazione progetto NomadsMarocco + proiezione Trashware for children – Teleimmagini
18.30 presentazione video Un po’ di petrolioInsuTv e Teleimmagini

20.00 cena

22.00 Un tempo radioattivoAngelo Baracca
+ proiezione video Into eternity

a seguire

02.00 tutti a dormire!

 

Domenica 15 maggio

dalle 10.00 colazione e continuazione workshop pratici

13.00 pranzo

14.00 Incursione di Guerrilla Gardening nel quartiere… e….

  • merenda
  • spettacolo di teatro oggetti
  • presentazione La storia del Giardino Primavera
  • presentazione: Community garden: come sovvertire una città, felicemente – Rape metropolitane Milano

18.30 Assemblea Plenaria
19.00 apericena

21.00 Radio Monnezza e CaraOche

 

Presenze fisse durante i tre giorni

  • Mercato BioEmerson: km0, biologico e artigianato del riuso (sab e dom)
  • Radio Monnezza
  • Serpica Naro
  • Serigrafia aperta: stampati la tua maglietta!

@Hanoi

@ Hanoi
Duo di improvvisazione elettro-acustica

Stefano Bartolini : Ance, elettronica e circuit bending, oggetti sonori
Edoardo Ricci : Ance, Trombone, elettronica e circuit bending

Il progetto @Hanoi nasce nel 2010 partendo dall’esigenza dei due/duo di allargare il proprio orizzonte musicale-improvvisativo, ricercando suoni e forme diverse dalla dimensione acustica, senza però rinunciarvi ed anzi cercando una possibile integrazione fra elettronica (costituita da strumentazione specifica e giocattoli sonori trasformati in oggetti produttori di suoni – circuit bending), e strumentazione appartenente alla tradizione musicale occidentale.

Stefano Bartolini ed Edoardo Ricci hanno iniziato a collaborare insieme nel Neem (Nuove Eresie Eretico Musicali) nel 1979, incidendo poco dopo il disco “Come eravamo brutti da piccini”.

Il loro percorso musicale si è per molti anni intrecciato nelle situazioni più diversificate :

con Filippo Monico e Guido Bresaola compongono la parte musicale del gruppo di musica e danza “Tutti i nodi vengono al pettine”.

Formano un gruppo con Tristan Honsinger, Sean Bergin, Renato Cordovani, Nicola Vernuccio e Filippo Monico che suonò fra l’altro, al festival jazz di Palmi, al Grey Cat di Grosseto, al Recitarcantando di Cremona .

Fanno parte del Gruppo Contemporaneo ( con Guido Mazzon, Filippo Monico, Massimo Falascone, Angelo Contini e Roberto Del Piano) incidendo il disco “Aspettando i Dinosauri”.

Con la compagnia di danza di Susanna Beltrami allestiscono l’operetta musicale Dressoir di Misha Mengelberg, eseguendo le musiche dal vivo.

Insieme a Eugenio Sanna danno vita al gruppo Padouk.

Suonano in molti gruppi e orchestre come ospiti e nel 1993 fanno parte del gruppo Tempo Urbano. Attualmente sono membri stabili del Jealousy Party, gruppo che…”violenta le suggestioni della musica free più radicale (jazz e non solo), l’avant-rock più torbido, l’elettronica trasversale disturbata e scontrosa maneggiando cut-up eretici, bandistici sabba di percussioni muscolari, tragedia situazionista, schizzi di canzoni, collagismo banzai-noise, fiati dilania(n)ti, laptop e cdj in fiamme e istrioniche manipolazioni vocali. Il mutante progetto esprime con lucido delirio e destrutturata trasparenza la sintesi tra astrattismo creativo, urgenza espressiva, follia avanguardista, teatralità e spirito punk.”

Bandi di gara Diyt 2011

In attesa di pubblicare il programma per la terza edizione di DoItYourTrash (13-14-15 maggio 2011), eccovi i due bandi di gara di quest’anno. Il primo e’ la riedizione del Bando per Giovani Inventori. Il secondo, una novita’, riguarda gli scrittori e gli illustratori. Non fatevi fuorviare dal titolo: accettiamo anche vecchi e vecchietti purche’ di belle speranze.
Ecco i due bandi, abbiamo semplificato notevolmente la burocrazia sintetizzando nell’unica regola “porta quel che hai fatto”.
Vi aspettiamo!

Bando di Gara per Giovani Inventori
Edizione 2011

**** Come partecipare al bando ****
Quest’anno abbiamo eliminato gli inutili legacci burocratici e scadenzistici che Vi avrebbero imbrigliato la mente. Nessuna pre-iscrizione, nessuna comunicazione, presentateVi il giorno 13 maggio 2011 per la terza edizione di DoItYourTrash e portateci la Vostra preziosa opera. Se avete costruito un gigante meccanico, un ippopotamo a vapore, un dirigibile, magari avvertiteci un po’ prima per permetterci di trovare un luogo appropriato dove esporre la vostra ingombrante esuberanza.
Come sempre..
Chi verra’ scoperto a tentare di corrompere la giuria, a fare il baro, mentire e spergiurare, verrà appeso alla forca e non gli verra’ servito il te’.

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Cucina di Villa Vegan

I pranzi e le cene di questa tre giorni saranno preparati dalla cucina di Villa Vegan, uno squat di Milano che porta avanti teorie e pratiche per la liberazione totale da ogni forma di domino, gerarchia, specismo, sessismo e razzismo.
Il cibo che mangerete sarà ovviamente Vegan, cioè privo di derivati animali, quindi privo di una delle tante forme di sfruttamento della nostra società: lo specismo.

Il veganesimo come semplice scelta alimentare però, non è sufficente per avere una visione critica generale del sistema. Non basta andare al supermercato bio a comprare tofu e seitan per cambiare il “mondo”, la produzione industriale di cibo (anche vegan) è uno dei più subdoli meccanismi di dipendenza dal sistema che va spezzato se si vuole imprimere realmente un cambiamento di mentalità.
Ecco quindi che il cibo che mangerete non solo sarà vegan, ma sarà anche per la maggior parte recuperato dallo spietato e insensato mercato di produzione alimentare. Ogni giorno tonnellate di cibo vengono “scartate”, ovvero buttate, poiché non più idonee alla vendita, nonostante spesso siano in ottime condizioni.
Noi recuperiamo e cuciniamo evitando il più possibile di alimentare questa economia assassina che crea spreco da una parte del pianeta mentre affama l’altra.

La nostra esperienza deriva da progetti come Food Not Bombs, o dall’organizzazione di pranzi e cene benefit in iniziative di movimento, o di supporto per campagne antispeciste, antisessiste, anti razziste, ecc…
I soldi che raccoglieremo in questi giorni serviranno per sostenere svariate attività ed iniziative, quali per esempio: ciclofficina, concerti, spese per gli animali salvati ospiti nel parco della Villa, campagne antispeciste, contro il nucleare, antirazziste (in questo momento soprattutto sulla questione dei CIE), prigionieri, e molto altro.

In queste giornate del DO IT YOUR TRASH saremo in cucina e in giro per il Next Emerson, disponibili a qualsiasi approfondimento, chiaccherata, critica sulle nostre nostre attività e idee.
Buon Appetito.

Villa Vegan Squat – Via Litta Modignani, 66 Milano
villavegansquat@inventati.org

Tati Rifiu

La creatività di molti artisti è stata più volte veicolo per la denuncia di pratiche consumistiche poco rispettose
dell’ambiente che ci circonda, dando sviluppo a nuove espressioni artistiche, specchio della nostra contemporaneità.

Tatirifiù muove i suoi passi partendo dagli spunti creativi che questo tema sa suscitare, riunendo diversi artisti attivi da anni nell’Arte di recupero sull’area metropolitana fiorentina ad altri ad essa completamente estranei ma desiderosi di cimentarsi in nuove sperimentazioni.

TATI RIFIU si avvale della collaborazione della scenografa costumista Nancy Kaczmarek, del coreografo Paolo Mereu, del musicista Alessandro Kraus, e dei performer di varia provenienza: Siani Bruchi, Benedetta Cioli, Elena Giachetti, Camilla Giani, Elisa Godani, Nancy Kaczmarek,Margherita Landi, Leandro Salvischiani,katiuscia favilli.
Con il coordinamento di Switch Creative Social Network, hanno dato vita ad un interessante gruppo di lavoro basato sullo scambio di idee e la condivisione di proposte creative sul tema del recupero.
Un work-in-progress che lentamente li ha fatti conoscere, interagire ed infine entusiasmare per un progetto comune, animati dall’intento di promuovere la produzione inedita di una performance che coniughi arte materica, costume, produzione audio-visiva e messa in scena teatrale.

Tatirifiù è prima di tutto uno spazio di ricerca e produzione in cui gli artisti hanno lavorato alla realizzazione di costumi e scenografie e all’interazione tra danza e musica.
Comune denominatore del lavoro è il recupero di materiali tessili e scarti di vario genere, nel tentativo di declinare i concetti di recupero e riciclaggio nei territori dell’arte e del costume.
Il concept del progetto racchiude in sé sia una valenza reattiva – rispondendo ai problemi sociali derivati dallo smaltimento di rifiuti e ulteriormente amplificati da atteggiamenti consumistici – e altresì proattiva – stimolando la creatività di giovani artisti in una riflessione nuova sulle tematiche proposte, coniugando creatività e senso civico attraverso la creazione di attività di gruppo e di socializzazione che favoriscano la crescita e lo scambio di idee.

Tatirifiù Plastique ha scelto la plastica come tema centrale, sprigionando tutto il proprio potenziale di critica alla società del consumo e di sensibilizzazione verso i cittadini: in uno spazio sospeso in cui il rifiuto svanisce come tale, prendono vita nuove forme e suggestioni, fino quasi a suggerire un cambiamento del punto di vista.
Creature intrappolate, vincolate in una convivenza forzata con materiali estranei che tuttavia diventano una seconda pelle, sfidando la sofferenza della prigionia.
Il corpo del danzatore diventa veicolo, fondendosi con gli oggetti e l’ambiente scenografico e portando il pubblico al centro dell’ambientazione in cui creature plastiche animate vivono indisturbate nel nostro mondo organico.

TATI RIFIU
Nasce dalla collaborazione tra l’associazione Switch e artisti di diverse provenienze, con lo scopo di ricercare attraverso lo studio di materiali non degradabili come la plastica una alternativa forma di utilizzo.
Da qui nasce la riflessione su come e quanto materiale plastico usiamo, attraverso uno scenario in cui creature plastiche animate vivono indisturbate nel nostro mondo organico.

Rock’n’ROLL

 

Se ne era accorta la prima volta inciampando per caso in un bicchiere di
plastica accartocciato.

Il rumore era stato un "Crack" sgraziato che l’aveva fatta sussultare.
Era buio, come sempre, la pioggia acida scioglieva gli imballaggi piu’
leggeri producendo un sottile e continuo "Fzzzzz". Rock’n’Roll
continuava ad inciampare nei mille oggetti dispersi in terra e ognuno
produceva un suono che alle sue orecchie arrivava come una scossa elettrica.

Capì con il tempo che i rifiuti di plastica rigida producevano tutti
all’incirca un suono impertinente quando li schiacciavi, le lattine
sapevano variare il timbro a seconda di come le prendevi, i fogli di
alluminio creavano lunghe risonanze metalliche e i barattoli di latta
dovevano essere capovolti per dare il meglio di sè.

Iniziò come posseduta da un invisibile demone a raccogliere oggetti
rumorosi. Il terreno di caccia era il mondo intero, il suo demone
insaziabile dettava i criteri con cui scegliere.

A volte passava giorni interi senza uscire, rintanata nel suo personale
archivio di suoni. Li smontava e rimontava insieme, li assemblava, li
faceva a pezzi, ci saltava sopra. Allenava il suo cervello a ricordare
le seguenze di movimenti che riproducessero l’esatta melodia che il
demone le dettava.

Dopo un mese fu pronta a invitare Vlad al suo primo concerto.

Gli occhi di Vlad erano tristi, ma quella volta li vide febbrili e
agitati. Si spostavano con lei da una lattina a un ciottolo di
terracotta, seguivano su e giù i movimenti della bottiglia di plastica,
pedinavano le vibrazioni dei lacci da scarpe tesi all’inverosimile.

Rock’n’ROLL aveva creato un ritmo che parlava delle loro vite e che dava
corpo ai rimpianti. I suoi concerti divennero sempre più frequenti e
seguiti, Vlad si buttava a capofitto nella folla e altri danzavano
strani balli agitati. Il demone di Rock’n’ROLL mangiò il cuore di tutti
e dettò il suo concitato ritmo ai loro giorni.

Roll – L’architetto

La luce del sole filtrava stanca dall’ingresso, incorniciando l’ombra
degli ultimi cercatori che rientravano da un’altra giornata di
superficie.
Roll, sdraiato su un fianco, il piatto di polpette lasciato lì a
decomporsi, quasi a sottolineare ed inasprire l’odore di fallimento in
cui tutta la sua tana era immersa. Ormai era quasi tre giorni che non
metteva il muso fuori di lì. A niente erano valse le suppliche di sua
madre e di sua sorella.

"La Comunità ha bisogno di te, non puoi
sottrarti alle tue responsabilità". Una frase innocente, sentita mille
volte sui banchi di scuola. Gli ritornò in mente il vecchio professor
R-old, la sua flemmatica camminata negli stretti corridoi, il suo
sorriso profondo, come se fosse a conoscenza di verità che tutto il
resto del mondo ignorava. Bei tempi. Tempi in cui la responsabilità era
una spinta a migliorarsi. la stessa responsabilità che adesso si è
trasformata in un macigno sul suo ventre. “Sei il migliore Roll”,
agoniche le immagini del passato ritornano in una carrellata funesta,
abitando spazi della sua coscienza finora inesplorati. Come la zanna
affilata di un invisibile predatore lo assalivano ogni volta che
tentava di rifugiarsi fra le braccia di un sonno senza sogni. Sei il
migliore. così gli diceva Vlad. Suo fratello.

A niente era valso tutto il tempo passato sui materiali, sempre con le
antenne alzate per captare qualsiasi spunto creativo l’ombra gli
volesse suggerire; tutte le ore passate a catalogare i materiali
organici e i vari rifiuti che un umanità allo sbando disseminava sulla
superficie, tempo perso a studiare le loro caratteristiche e i mille
possibili utilizzi architettonici, mentre gli altri cercatori si
dilettavano in spuntini fuori orario riscaldati dalla nuova luce del
sole. Fra tutti Vlad, con la sua insaziabile curiosità, con la sua
voglia di sperimentare. Già da piccolo aveva manifestato una spiccata
attitudine nell’arte di trasformare gli scarti in cibo commestibile per tutta la comunità. Come un moderno Re
Mida si era fatto largo a gomitate nel clan della cucina, fino a
guadagnarsi la fama del più grande degli Chef.

Poi è bastato un errore di progettazione, una minuscola svista nel
grande progetto d’insieme, una minuscola ma inesorabile falla nel
sistema di ancoraggio, per trasformare Vlad in un doloroso ricordo e
lui, Roll, nel più sofferente dei dannati. Quella sfera mastodontica
doveva incidere il suo nome nella storia dell’architettura. Per
generazioni e generazioni il suo genio si sarebbe rispecchiato sulla
quella superficie perfetta. Invece è rimasta li fuori a decomporsi,
rispecchiando solo il suo immane senso di colpa, per non essere stato abbastanza attento, abbastanza presente.

TDS – Theatre des Sens

Il TdS è un momento, uno spazio, un tempo, dove individualità artistiche con differenti peculiarità si aggregano su un’idea, un progetto, un ambito di ricerca, una sperimentazione.
Poetica ed estetica delle singole performance sono figlie delle individualità che partecipano alla loro composizione. Un prodotto sempre collettivo, costruito con una metodologia condivisa.
L’indagine della contemporaneità e la possibile vicinanza tra arte visiva e performance teatrale sono tra le caratteristiche dei nostri ultimi lavori.

RolD

Il sonno scivola via dal corpo in maniera lenta e delicata.
Le quattro del mattino.
Lo sapevo dagli odori. Autunno, le foglie bagnate, un odore
meraviglioso. Ogni ora ha il suo odore. Lo aveva imparato tanto tempo
prima. Muschio e terra. La vita che lentamente si riaddormentava. Lo
stato di passaggio, I momenti migliori di ogni ciclo.
Dove si ricaricano le energie. La pre-azione.
Fuori è un buio dolce, guardo la luna al suo primo quarto.
Mai sentito il silenzio. Per la prima volta, in mezzo al bosco il vero silenzio. Un bagliore.

E solo il tempo di aprire la bocca in un urlo non udibile.

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